Black Coffe. Pop al gusto di un Caffè brasiliano

È inverno e come al solito si passa il sabato sera in un locale, magari ascoltando buona musica; così il 6 dicembre sono con amici al Dam di San Cataldo, ore 22.00 circa. Già in un’altra occasione ho avuto una bella esperienza, così entro curioso di cosa mi riserva la serata. In programma c’è un trio acustico a quanto pare, infatti non appena arrivo noto una chitarra, delle percussioni e un contrabbasso; sopra quest’ultimo è appoggiato quel che poi scopro non essere un Ukulele, bensì un Cavaquinho, strumento molto simile ma di origine Portoghese.
Il tempo di sederci e parte la musica. Riconosco alle prime note Black Bird dei Beatles e già cominciamo col piede giusto. Intanto iniziano le presentazioni fatte dalla cantante e chitarrista: Patrizia Capizzi, accompagnata al contrabbasso da Massimiliano Amico e alle Percussioni da Michele Territo, loro sono i Black Coffee. La voce è molto calda, sensuale e si muove tra cambi di tonalità in una maniera soave, inoltre sento una grande precisione negli arrangiamenti contemporaneamente al canto (fidatevi, non è facile), il contrabbassista balla con lo strumento e il percussionista completa il tutto con una ritmica essenziale lanciando qualche sorriso di complicità al resto del gruppo. Man mano che scorrono i vari swing alternati a pezzi di musica popolare siciliana, il gruppo si riscalda, prende sempre più confidenza col pubblico e cerca di coinvolgere più che può. Questa è musica che non stanca mai, sarei rimasto ad ascoltarli un altro paio d’ore, ma le performance ad un certo punto devono terminare. Così non appena la vocalist annuncia l’ultimo pezzo richiediamo il bis dicendo che possiamo sceglierlo ed io propongo la mia amata Purple Haze. Non mi accontentano ma va bene lo stesso e ci godiamo l’ultimo brano. Nell’ascoltare l’ultimo pezzo mi rendo conto che hanno un bel po’ di esperienza alle spalle e pare continuino un percorso intrapreso da anni. La cosa più bella è l’interpretazione di cover rivestite di atmosfere afroamericane: non importa che sia un brano italiano, americano o popolare, in ogni caso sembra di sentire un concerto con pezzi che scorrono come se provenissero tutti da un unico stile. Anche il nome Black Coffee non a caso vuole indicare un progetto che rinvia alle musiche Afro, Caraibiche, Brasiliane applicato alla musica con cui penso siano cresciuti.
Intanto il pezzo finale è giunto al termine. Cari Black Coffee spero di rivedervi in altra occasione.
Ma alla prossima mi fate Purple Haze?

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